NATALE E CAPODANNO

Nei giorni fra Natale e Capodanno ho avuto la possibilità di trascorrere un po’ di tempo con la mia famiglia in montagna; mi sono riposato e ho cercato di offrire un po’ di aiuto al parroco del luogo. Le notizie della drammatica situazione a Gaza e delle tragedie umane di cui giornali e telegiornali fedelmente ci tengono informati, hanno stimolato la mia preghiera.
Sulle piste da sci ho incontrato molti giovani che non vedevo da tempo. Raccontando la mia vita attuale e chiedendo informazioni sulla loro situazione, alcuni, spontaneamente, mi hanno manifestato le loro ansie, preoccupazioni e indecisioni sul proprio futuro: una diciottenne vuole abbandonare il liceo per andare in Africa; un giovane che tra breve concluderà la laurea triennale, vuole cambiare totalmente corso di studi perchè non vede sbocchi lavorativi; un terzo, dopo anni di fidanzamento, non si sente più di continuare e si è già innamorato di un’altra persona. Potrei andare avanti in questo elenco raccontando la voglia di qualcuno di andare via di casa, di abbandonare la Fede e richieste del tipo “vorrei fare del volontariato perchè la mia vita è vuota e senza senso”.
Di fronte a questa inquietudine mi sono sentito impotente anche perchè, da lì a pochi giorni, avrei nuovamente perso di vista quei ragazzi, chissà per quanto tempo; mi sono commosso perchè ho avvertito una grande sofferenza nelle loro parole.
Ho provato a balbettare qualcosa durante le risalite in seggiovia biposto; li ho invitati, credenti e non credenti, ad avere fiducia nel Signore.
Mi sono reso conto di quanto sia importante avere qualcuno che ci aiuti a leggere la vita, a dare un nome ai desideri. Ancora di più ho capito quanto sia importante, per i giovani e per gli adulti, avere dei maestri che ci aiutino a scoprire i segni della presenza di Dio nella nostra esistenza attuale e passata, una presenza dolce e affettuosa che continuamente lancia messaggi e indica la strada della felicità, che parla nel profondo della nostra coscienza chiamandoci a sé.
Negli stessi giorni, in coda allo skylift, lungo le piste o durante il passeggio serale per il paese, ho avvertito una cosa davvero brutta: l’uso così diffuso presso i giovani della bestemmia…Perchè offendere colui che ha dato il suo Figlio per noi, che ci ama in ogni istante di un amore tenerissimo?
Donaci Signore, in questo nuovo anno appena iniziato, maestri che ci aiutino a leggere nella nostra vita i segni del tuo amore.

don Nicolò Anselmi

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